L’iscrizione all’università è, per tradizione, accompagnata da dubbi, timori e perplessità. Per ogni matricola il passaggio in facoltà comporta il doversi adattare a un contesto del tutto diverso rispetto a quello a cui era abituato.

Se ora lo studio può avvantaggiarsi di maggiore flessibilità, soprattutto sul piano del tempo a disposizione, è anche vero che bisogna rispettare regole e scadenze per poter passare gli esami e gli anni accademici.

Ma andiamo per gradi e cominciamo col capire il funzionamento dell’iscrizione universitaria, primo step per entrare nel mondo accademico. Quali sono i requisiti e quali documenti bisogna presentare?

Come immatricolarsi? Modalità e tempistiche

Per immatricolarsi bisogna presentare la domanda di iscrizione all’università scelta tenendo in considerazione i documenti messi a disposizione sul sito della stessa, che dovranno essere compilati e riconsegnati all’ateneo.

La pre-iscrizione effettuata durante l’ultimo anno di scuola non è valida a livello amministrativo, ma serve al Ministero e alle Università per fini statistici. I moduli di iscrizione possono essere scaricati dal sito ufficiale, oppure possono essere richiesti in formato cartaceo presso la segreteria studenti presente in facoltà.

A prescindere dalla modalità che si sceglie per l’iscrizione, bisognerà fornire anche l’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, un indicatore che serve a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie. Questo indicatore, che può essere richiesto presso qualsiasi CAF, serve a stabilire l’entità delle tasse che andranno pagate annualmente all’università. Se lo studente non dichiara l’ISEE, sarà tenuto a pagare la tassa più alta prevista dall’università. L’ISEE è utile anche per la richiesta della borsa di studio.

Gli studenti con un ISEE molto basso, possono usufruire di riduzioni sulle tasse, oppure possono fare domanda per la borsa di studio, se presentano tutti i requisiti necessari relativi al merito. Particolari situazioni reddituali possono comportare anche l’esonero dalle tasse, previsto anche per l’invalidità. Anche in questo caso è molto importante muoversi entro i tempi stabiliti e presentare la giusta documentazione.

L’immatricolazione deve essere confermata con il pagamento della tassa d’iscrizione, comprensiva della la tassa regionale per il Diritto allo studio. Se la tassa regionale è fissa per tutti gli studenti, le altre variano in base alla situazione economica dichiarata, con fasce diverse a seconda dell’ateneo. In questa fase si può decidere se pagare solo la “prima rata” o se pagare anche la seconda (quella prevista per il secondo semestre) in un’unica soluzione.

Gli studenti che non sono in regola con i pagamenti non possono prenotare gli esami durante l’anno accademico, sebbene possano sempre frequentare le lezioni. La rata di iscrizione può essere pagata anche dopo la data di scadenza, ma a questa di applica una mora per il ritardo.

Entro quando immatricolarsi all’università?

Non c’è un’unica data di scadenza valida per tutti gli atenei: la domanda di iscrizione deve essere presentata entro la data stabilità dall’università, che viene pubblicata sul sito del corso di studi.

Questa data varia se a seconda del corso di laurea, o se la facoltà è a numero chiuso o aperto. Per le università ad accesso libero le scadenze sono meno ristrette, e possono variare da settembre all’inizio di novembre. Una volta scelto il corso di laurea il primo passo è dunque informarsi sulla data di scadenza dell’immatricolazione.

Cos’è il test d’ingresso?

Il test di ingresso, o test di ammissione, è un esame obbligatorio previsto per determinate facoltà, il cui superamento dà accesso all’immatricolazione. È il caso di Medicina o Chirurgia, Medicina Veterinaria, Odontoiatria, Architettura, Ingegneria edile, Scienze della Formazione primaria e varie professioni sanitarie.

Queste facoltà sono infatti a numero chiuso, per poter garantire una migliore formazione agli studenti, evitando dunque sovraffollamenti. Il numero delle immatricolazioni e le date delle prove sono annualmente stabiliti dal Ministero dell’Istruzione con appositi decreti.

Oltre ai test di ammissione per i corsi stabiliti dal Ministero, esistono anche corsi di laurea ad accesso programmato a livello locale, in cui ogni facoltà ha la libertà di limitare gli accessi in base alla propria disponibilità di docenti e/o strutture. Queste università possono prevedere test di ammissione anche per altri corsi di laurea, oltre a quelli previsti per legge. Prima di scegliere il corso di laurea è bene quindi informarsi sulle modalità di accesso previste da ogni università.

L’iscrizione al test di ingresso non coincide quindi con l’immatricolazione: solo dopo il superamento dell’esame di ammissione sarà possibile procedere all’iscrizione vera e propria, necessaria per seguire le lezioni e sostenere gli esami del corso di laurea.

Il test di ammissione verte sui programmi di scuola superiore: è quindi richiesto un ripasso di cultura generale, ma anche conoscenze relative alle discipline oggetto dei futuri corsi universitari.

Quali documenti sono richiesti per l’immatricolazione?

Il primo requisito necessario per presentare la domanda di iscrizione ad un corso di laurea è il possesso del diploma di scuola secondaria superiore o di un titolo di studio equivalente, riconosciuto come tale dal Ministero dell’Istruzione, o conseguito all’estero. Possono accedere all’università anche gli studenti che hanno conseguito un diploma di durata quadriennale, che non prevede l’anno integrativo.

Dunque, oltre alla domanda di iscrizione, bisognerà presentare in segreteria:

  • la copia del diploma di maturità;
  • il documento d’identità e il codice fiscale;
  • la ricevuta del pagamento della tasse di iscrizione.

Il nostro ordinamento vieta l’iscrizione contemporanea a due università o a due diversi corsi di laurea della stessa Università. Uno studente può partecipare a più test di ammissione, ma poi deve fare una scelta al momento dell’immatricolazione.

Immatricolazione in ritardo: come rimediare?

In alcuni casi, l’indecisione su quale corso frequentare, le informazioni sbagliate, o semplicemente ansia e pigrizia possono portare molte matricole a non rispettare la scadenza di iscrizione. Ciò non comporta perdere un anno, ma l’immatricolazione in ritardo prevede costi aggiunti e ulteriori problematiche.

Nel caso delle facoltà a numero chiuso non ci sono buone notizie: dal momento che l’immatricolazione è legata al superamento del test d’ingresso, qui non sarà possibile iscriversi in ritardo. In questi casi l’alternativa è cambiare il corso oppure attendere un anno.

Per quando riguarda le università ad accesso libero, sono le facoltà a stabilire se e entro quale data permettere l’iscrizione in ritardo. In molti casi, l’immatricolazione è prevista entro l’inizio del secondo semestre, ovvero tra dicembre e gennaio dell’anno accademico in corso. La data precisa viene pubblicata sul bando di iscrizione dell’università scelta.

Oltre ai documenti previsti per tutti gli studenti, bisognerà anche spiegare le motivazioni dell’iscrizione in ritardo: si sarà ammessi in facoltà solo dopo l’accettazione della domanda di ammissione da parte del Rettore. Oltre al pagamento della tasse d’iscrizione, è prevista anche una mora per il ritardo, che oscilla tra i 50 e i 100 euro.

Molte università prevedono sportelli di orientamento che aiutano le matricole nello svolgimento delle procedure di iscrizione. Quindi, se non sai come muoverti o hai ancora dubbi, non esitare a rivolgerti allo sportello per l’orientamento.

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