Ha finalmente conquistato il tanto ambito diploma e stai pensando di iscriverti all’università? Sappi che dovrai ambientarti in un ambiente del tutto diverso da quello a cui eri abituato e, anche se molti liceali pensano che “università” faccia rima con “libertà”, in realtà dovrai rispettare molti più regolamenti e scadenze rispetto a prima.

Certo, potrai gestire il piano di studio e il carico di lavoro in autonomia, ma dovrai anche capire quanti esami dare per sessione, quando pagare le tasse e come incastrare le varie date d’appello. Ecco dunque una guida che ti spiegherà come funzionano gli esami all’università, dal punto di vista sia pratico che burocratico.

Com’è articolato un anno accademico?

All’università il tempo viene scandito in maniera diversa rispetto al liceo. Un anno accademico copre 12 mesi, a cavallo tra due anni, articolato in due semestri. Solitamente l’anno accademico inizia il 1° ottobre per terminare il 30 settembre dell’anno successivo, ma l’inizio può essere anticipato o posticipato a seconda del calendario della facoltà.

Anche per la suddivisione in semestri, non c’è una data univoca per tutti gli atenei. In genere, il primo semestre coincide con l’inizio dell’anno accademico, mentre il secondo inizia a cavallo tra febbraio e marzo per concludersi tra luglio e agosto. In ogni semestre, 16 settimane sono riservate alle lezioni e alle altre attività formative, le restanti 4 vengono dedicate agli appelli d’esame.

L’impegno dello studente comprende non solo la frequenza alle lezioni ma anche una considerevole quantità di studio individuale in vista della preparazione agli esami disciplinari.

Quando si svolgono gli esami universitari?

I due semestri accademici sono intervallati da tre sessioni d’esame, durante le quali gli studenti possono sostenere la prova scritta o orale dell’insegnamento seguito. L’esame si basa sul programma del corso frequentato. Le sessioni d’esame si svolgono nei mesi di

  • gennaio/febbraio (sessione invernale);
  • giugno/luglio (sessione estiva);
  • settembre/ottobre (sessione autunnale).

Gli esami non si svolgono nel mese di agosto e durante le festività.

Ogni sessione è poi composta da diversi appelli, che fanno riferimento alle date specifiche in cui è possibile sostenere l’esame di un dato corso. Di norma ogni corso prevede 2/3 date per semestre, per dare modo agli studenti di prenotarsi nella settimana in cui più gli è comodo.

Ogni ateneo è ormai dotato di un portale telematico dove lo studente può prenotare il proprio appello, sempre entro un termine definito dall’università. Sempre sullo stesso portale può visionare il calendario d’esame, gli esami sostenuti, i voti o annullare le prenotazioni. Siamo lontani dai tempi del libretto cartaceo o del piano di studi da compilare a mano: la tecnologia facilita di molto la gestione degli esami.

Anche qui, le regole variano da ateneo a ateneo ma, in genere, le prenotazioni per gli esami vengono aperte 2/3 settimane prima dell’inizio della sessione, per chiudersi 1/2 giorni prima della data d’appello.

Come funzionano gli esami universitari?

Gli esami possono essere scritti oppure orali, a seconda del corso. La tipologia di facoltà influisce molto su questo: è chiaro che la facoltà di Lettere e Filosofia vedrà molti più esami orali rispetto alla facoltà di Ingegneria Informatica, dove predominano i test scritti.

Non c’è un numero minimo e massimo di esami che è possibile sostenere in ogni sessione d’esame, sta allo studente gestire autonomamente il proprio carico di lavoro. Spesso è anche possibile ripetere un esame in cui si è stati bocciati nella stessa sessione, all’appello successivo se il professore lo consente.

Anche se il voto conseguito non è soddisfacente, perché magari rovina la media accademica o perché si è certi di poter fare di meglio, è possibile ripetere l’esame anche nella stessa sessione. Altrimenti, sarà necessario attendere la sessione successiva. Ogni università decide autonomamente nel proprio regolamento quante volte uno studente può ripetere una prova entro ciascun periodo riservato agli esami disciplinari.

Se invece il voto viene accettato, l’esame viene verbalizzato sul libretto dello studente, e la segreteria segnerà i CFU conseguiti. Gli esami non superati non vengono menzionati.

Alcuni corsi, affinché l’esame possa essere sostenuto, prevedono inoltre l’obbligo di frequenza: cioè significa che se non si raggiunge un minimo di ore di presenza a lezioni si è costretti ad aggiungere ulteriori testi al materiale d’esame, pena l’essere esclusi dalla sessione.

Le scale valutative

Il punteggio di ogni esame viene espresso in trentesimi, su una scala che va da 0 a 30, dove 18 rappresenta la sufficienza e 30 il voto massimo. A quest’ultimo può essere aggiunta la lode se lo studente ha dato prova di eccellenza.

La media dei voti degli esami non è fine a sé stessa, perché influenza anche il voto finale di laurea, che va da 66 (che rappresenta la sufficienza) a 110. Al voto massimo di 110/110 può essere aggiunta la lode, purché decisa all’unanimità dai membri della Commissione esaminatrice.

Cosa sono i CFU? Quanti devo coprirne?

Ma quanti esami bisogna sostenere ogni anno? Dipende dai CFU che permettono di ottenere i singoli esami. I CFU, i Crediti Formativi Universitari, sono degli indicatori attribuiti ad ogni singolo esame che misurano il carico di lavoro richiesto allo studente per superarlo.

Ogni CUF corrisponde, all’incirca, a 25 ore di studio e/o lavoro. Quindi, minore è il numero, minore la mole di studio richiesta, così come le lezioni da seguire. Gli esami tradizionali sono di 4, 8, 12 e 16 CFU. La somma di tutti questi crediti permette il superamento dell’anno accademico e l’iscrizione al successivo.

Quindi, quanti CFU bisogna acquisire ogni anno? Servono 60 CFU per concludere un anno accademico. Quindi:

  • durante la laurea triennale, bisogna acquisire 180 CFU;
  • durante la laurea specialistica 120;
  • durante la magistrale a ciclo unico dai 300 ai 360 CFU a seconda che il ciclo sia di cinque o sei anni.

Ma i CFU non vengono attribuiti soltanto con gli esami: possono essere attribuiti anche con tirocini, altre attività formative e con la tesi stessa.

Cos’è un esonero?

Sebbene il momento degli esami sia riservato alle sole sessioni d’esame, alcuni corsi prevedono prove scritte e/o pratiche da tenersi durante il semestre o subito prima dell’esame orale. Sono i cosiddetti esoneri, prove di metà corso che concorrono a fare la media con l’esame finale.

Qual è dunque lo scopo dell’esonero? L’esonero ha l’obiettivo di valutare una parte degli argomenti d’esame, che non vengono dunque considerati in appello. Se si supera questa prima prova, durante l’esame vero e proprio si sarà interrogati soltanto sugli argomenti non presenti nell’esonero.

L’esonero ha dunque il grande vantaggio di alleggerire il carico di studio che, così facendo, viene “dimezzato” con una prova intermedia.

Come si svolgono gli esami scritti?

Come già detto, la quantità di esami scritti dipende dal tipo di facoltà scelta, ma non c’è dubbio che questa tipologia possa avvantaggiare gli studenti timidi e impacciati, che possono trovare notevoli difficoltà a causa dello stress.

L’impostazione dell’esame e le modalità di svolgimento variano da corso a corso. Può comprendere domande a risposta aperta o multipla, un mix di queste, e può prevedere l’uso di vocabolari e strumenti come calcolatrici ma, anche in questo caso, è bene interpellare il prof. di riferimento. Il tempo a disposizione per svolgere l’esame è limitato, e la durata può variare da corso a corso.

Sarà necessario informarsi anche sulla modalità di valutazione: quante risposte errate sono ammesse? Qual è il minimo di punti per poter superare l’esame? Prima di prenotarti assicurati di aver compreso tutte le indicazioni del professore.

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