La triennale in Scienze e tecniche psicologiche non forma soltanto degli psicologi, anzi. Anche se non vuoi proseguire negli studi specialistici, le tue competenze possono essere richieste nel settore sociale, formativo, delle risorse umane, oppure puoi lavorare presso società di consulenza pubblicità, media e comunicazione. 

Quello dell’assistenza sociale è lo sbocco più gettonato dai laureati nella triennale, ma puoi anche ampliare i tuoi orizzonti spostandoti verso altri ruoli come quelle di project manager, consulente, educatore, animatore nel settore socio-culturale, consulente HR, coordinatore, informatore sociale, assistente legale, guida sociale, formatore, consulente per la prevenzione, e altri lavori che vedremo in questo articolo.

Vediamo dunque tutte le possibilità che si prospettano ad un giovane laureato in psicologia, sia che voglia continuare il proprio percorso accademico, sia che voglia da subito inserirsi nel mondo del lavoro.

Gli sbocchi lavorativi della triennale in psicologia

È un luogo comune quello secondo cui la laurea triennale offra ben poche possibilità professionali. Molte sono le strade che un laureato può intraprendere con un titolo di studio triennale, ma prima dobbiamo fare una precisazione.

Prima di mandare i curriculum alle aziende, il laureato deve conseguire l’abilitazione attraverso l’esame di stato. La prassi prevede che svolga innanzitutto un tirocinio di sei mesi presso la propria università, per un totale di 500 ore. Poi sarà pronto per sostenere l’esame abilitante, articolato in tre prove scritte e una orale. Le tre prove riguardano:

  • Prima prova: conoscenze teoriche dei principali ambiti di intervento e applicazione della psicologia;
  • Seconda prova: conoscenze degli strumenti propri della professione;
  • Terza prova: stesura di un progetto di intervento in ambito psico educativo o nell’ambito delle organizzazioni (a seconda dell’indirizzo scelto).

Il superamento dell’esame permette l’iscrizione all’Albo B. Agli iscritti nella sezione A spetta il titolo professionale di Psicologo, mentre agli iscritti nella sezione B, denominati in un primo momento Psicologi Junior (come da D.P.R. n.328/2001), spetta il titolo professionale di Dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro o Dottore in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità.

L’iscritto albo B può svolgere una serie di attività, alcune delle quali sotto la supervisione di una figura di uno Psicologo, altre in autonomia, altre ancora affiancando e collaborando con equipe multidisciplinari. Le competenze si differenziano in funzione dell’indirizzo di abilitazione, sebbene in alcuni casi si sovrappongono.

Assistenza sociale e comunitaria

I laureati triennali possono lavorare come operatori sociali interfacciandosi con minori, famiglie, anziani, e coordinando i processi multiculturali e multietnici. In questo caso il laureato può realizzare progetti formativi per la promozione dello sviluppo delle potenzialità di crescita individuale e di integrazione sociale, e la facilitazione dei processi di comunicazione, e il miglioramento della gestione dello stress e la qualità della vita. L’operatore nelle comunità può occuparsi anche del recupero di realtà in difficoltà, come quelle degli ex detenuti, ex tossicodipendenti, ex alcolizzati.

Scuola e istruzione

Un altro sbocco comune è quello che riguarda i contesti educativi, formativi e relativi all’istruzione, nei quali il laureato triennale dovrà lavorare sotto la supervisione di uno psicologo. Collabora non soltanto con lo psicologo, ma anche con gli insegnanti, per la programmazione delle attività didattiche riguardante allievi con disturbi dell’apprendimento o necessità speciali. Realizza interventi psico-educativi nell’ambito dell’orientamento scolastico e funge da mediatore tra insegnanti e genitori nelle situazioni in cui occorre potenziare l’apprendimento.

Settore clinico

Gli iscritti all’Albo B possono trovare impiego anche nel Servizio Sanitario Nazionale e nella sanità privata, nonché presso istituti di ricerca. Il loro compito sarà quello di pianificare e attuare interventi preventivi e riabilitativi in psicologia clinica e della salute, sia sul piano individuale che collettivo.

Risorse Umane

Il settore dell’impiego fa largo uso di laureati in psicologia, per via dell’importanza che si da alla comunicazione e alla ricerca sociale. Il laureato può anche occuparsi dei colloqui di un’azienda, della selezione del personale e della gestione dei dipendenti. Può progettare piani fi prevenzione e formazione sul rischio e sicurezza nei contesti lavorativi sia pubblici che privati. Infine, elabora piani per la gestione dello stress e il miglioramento della qualità della vita.

Cosa studiare dopo la laurea in psicologia

Chi desidera affinare le proprie competenze e completare il percorso per potersi iscrivere all’Albo A, dovrà conseguire il titolo di studio presso un corso specialistico (classe LM-51) della durata di due anni.

Una volta ottenuta la laurea, il percorso di abilitazione è lo stesso previsto per la triennale: bisogna svolgere un tirocinio e sostenere l’Esame di Stato. Al superamento di queste prove potrai iscriverti all’Albo A dell’ordine ed esercitare la professione dello psicologo.

Queste sono le opportunità principali per chi decide di proseguire con la specialistica:

  • Psicologia clinica: comprende lo studio scientifico e le applicazioni della psicologia in merito alla comprensione, prevenzione ed intervento nelle problematiche psicologiche e relazionali, a livello individuale, familiare e di gruppo, comprese anche le attività di promozione e mantenimento del benessere psicologico e il trattamento di molte forme di psicopatologia;
  • Psicologia dello sviluppo e dell’educazione: un tempo chiamata psicologia infantile o psicologia dell’età evolutiva, riassume i temi di fondo che riguardano le problematiche della crescita e della maturazione della persona umana;
  • Psicologia del lavoro e delle organizzazioni: la psicologia del lavoro e delle organizzazioni è lo studio dei comportamenti delle persone nel contesto lavorativo e nello svolgimento della loro attività professionale in rapporto alle relazioni interpersonali, ai compiti da svolgere, alle regole e al funzionamento dell’organizzazione;
  • Criminologia e psicologia forense: la psicologia forense è un’area specialistica della psicologia giuridica che svolge un ruolo tecnico nella comprensione di rilevanti casi giudiziari, di concerto con altre figure professionali quali magistrati, avvocati e altri consulenti.
  • Psicologia cognitiva applicata: la psicologia cognitiva si dedica allo studio del comportamento umano rivolto agli aspetti non osservabili, mentali, che si trovano tra lo stimolo e la risposta. Ha il ruolo di conoscere quali idee giungono alla mente del paziente e come influiscono sulla sua risposta emotiva e comportamentale – su come ciò lo fa sentire e agire.
  • Neuroscienze cognitive: le neuroscienze cognitive sono una branca delle neuroscienze che studia le basi cerebrali del pensiero, e permette di evidenziare i cambiamenti nel cervello associati alle principali svolte evolutive ed evoluzionistiche.
  • Psicologia sociale, economica e delle decisioni: Questa branca studia l’interazione tra le persone – nei gruppi, nelle organizzazioni e nelle collettività – per comprendere come il nostro sistema di relazioni influenzi pensieri, sentimenti e comportamenti e ne sia a sua volta influenzato.

C’è chi poi prosegue ulteriormente con un master, un percorso di alta formazione della durata di un anno, che può essere seguito anche online. In particolare, gli studenti della triennale, possono seguire i Master di I° livello, ma non quelli di II° livello, rivolti ai laureati della specialistica.

Molta è la concorrenza in questo settore, ma è anche vero che le possibilità lavorative sono vaste e variegate, dato che la psicologia è una disciplina trasversale applicabile a qualunque contesto professionale.

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