Se ti stai diplomando al liceo quest’anno e hai intenzione di frequentare l’università, questo periodo dell’anno deve essere estremamente stressante per te. A maggior ragione se stai valutando il tuo percorso di carriera in futuro: ci sono tantissimi corsi tra cui scegliere, ma non tutti offrono le stesse prospettive lavorative, al contrario di come sono pubblicizzati da molti illustri educatori e altri professionisti.

Scegliere il corso giusto a cui iscriversi non è affatto facile, anche perché le richieste del mondo del lavoro cambiano piuttosto repentinamente, motivo per cui un corso può dare maggiori opportunità di un altro. Facciamo una panoramica della situazione, vedendo se si può parlare di lauree inutili e quali sono gli indirizzi che offrono maggiori possibilità occupazionali.

Esistono lauree “inutili”?

Partiamo col dire che nessuna laurea è inutile nell’ottica della formazione personale: a livello umano lo studio serve sempre per arricchire il proprio bagaglio. L’esperienza accademica offre opportunità di crescita e gratificazione come poche altre.

Anche se non esiste un titolo di studio inutile di per sé non possiamo negare che esistano delle lauree che non offrono buoni sbocchi lavorativi. O, almeno, esistono dei corsi che non danno nessun vantaggio rispetto ad altri corsi universitari (magari meno impegnativi) o persino rispetto ad un diploma. Dal punto di vista culturale, è veramente molto, ma molto difficile che lo studio non riesca a produrre risultati positivi.

Come abbiamo accennato, ciò che è considerato “utile” o “inutile” dipende dalle prospettive e dalle priorità di ciascuno. Inoltre, il valore di una laurea non dovrebbe essere misurato solo in termini di opportunità lavorative immediate. Una laurea può fornire una solida base di conoscenze e competenze che possono essere utilizzate in molti modi diversi nel corso della vita, indipendentemente dal lavoro che si sceglie di fare.

Inoltre, il mercato del lavoro cambia continuamente, e ciò che è considerato “utile” o “inutile” in un determinato momento potrebbe cambiare nel tempo. Non dovresti scegliere una laurea solo in base alla percezione di altri sulla sua “utilità” lavorativa, ma piuttosto basandoti su ciò che ti interessa e su ciò che ti piace fare.

Lauree senza sbocchi lavorativi: ecco quelle che offrono meno opportunità di carriera

Se per te la priorità è quella di scegliere un corso di laurea unicamente in base alle prospettive occupazionali, allora dovrai conoscere quali sono le lauree che in Italia rendono meno dal punto di vista lavorativo.

Come abbiamo già detto, nessuna laurea è una perdita di tempo, ma con una società e un mondo lavorativo che cambiano velocemente sono molte a perdere la loro efficacia, lasciando tanti speranzosi studenti nella disoccupazione e con la necessità di reinventarsi. Quindi, quali sono i corsi accademici che riducono le possibilità occupazionali?

Laurea in archeologia

La laurea in archeologia è un programma di studi che si concentra sullo studio della storia e della cultura delle società passate attraverso l’analisi di reperti materiali, come artefatti, manufatti, resti di edifici e siti archeologici. Gli studenti di archeologia imparano a utilizzare tecniche di scavo e di analisi per ricostruire la storia delle società del passato e comprendere come hanno vissuto, lavorato e interagito con il loro ambiente. La laurea in archeologia può preparare gli studenti per lavorare in musei, università, agenzie governative o aziende private che si occupano di ricerca archeologica o di conservazione dei siti storici.

Tuttavia, le opportunità lavorative in questo settore sono piuttosto basse, con un tasso di disoccupazione che tocca il 33,3%. Inoltre, le occasioni di lavoro possono richiedere anche lunghi spostamenti per brevi commissioni. Stesso dicasi per la laurea in antropologia, un programma di studi che si concentra sullo studio dell’uomo e delle società umane in tutte le loro diverse forme.

Laurea in Arti e Scienze Teatrali

La laurea in Arti e Scienze Teatrali è un programma di studi che si concentra sulla produzione teatrale e sulla sua rappresentazione. Gli studenti di Arti e Scienze Teatrali imparano le tecniche di scrittura, regia, recitazione, progettazione e produzione di spettacoli teatrali, nonché le teorie e le storie del teatro.

Stiamo parlando di un settore in cui c’è molta concorrenza e dove il tasso di disoccupazione raggiunge il 32,4%. I nuovi talenti trovano estrema difficoltà ad essere inseriti in ruoli teatrali, televisivi e cinematografici, soprattutto se si considera che questo settore è fortemente influenzato da scambi di favore e raccomandazioni tipicamente italiani. Inoltre, molti talent scout scovano nuovi talenti direttamente online.

Laurea letterario e filosofia

Nonostante il nostro Paese abbia una tradizione letteraria rinomata in tutto il mondo, i laureati in Lettere e filosofia non se la passano benissimo, tanto che le materie umanistiche garantiscono il primo impiego entro il primo anno dal 10% al 20% della quota laureati.

Le cause di questo possono essere diverse: l’eccessiva offerta di figure professionali nel settore, la relativa inadeguatezza degli ambienti di lavoro, la generale arretratezza del mercato del lavoro ecc. In questi casi, il precariato e gli stage non retribuiti la fanno da padrone.

Laurea in giurisprudenza

Non se la passano troppo bene i laureati in Giurisprudenza italiani. Tra loro la disoccupazione cresce a ritmi sostenuti, con una percentuale del 14,6%. Il dato sorprende, la spiegazione in realtà è semplice. A causa del gran numero di laureati in Legge, gli sbocchi lavorativi sono saturi. Non a caso, i corsi di laurea finalizzati alla formazione di avvocati, notai, magistrati, consulenti del lavoro, eccetera registrano un -22 per cento di immatricolazioni, stando ai dati raccolti dal’l’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga).

Inoltre, i guadagni degli avvocati sono diminuiti del 3,1 per cento nel 2013 e sono più di 80mila i giovani avvocati che non arrivano a superare i 10mila euro l’anno. Quindi, se fino a 15 anni fa si perseguiva la carriera nel diritto anche per avere una solida situazione finanziaria, oggi non è più una cosa scontata. Se a ciò si aggiunge che la formazione offerta dagli atenei professionali spesso non è in linea con le richieste del mercato del lavoro (si pensi ad esempio ai nuovi sbocchi offerti dal Diritto della rete), appare chiaro come i giovani laureati facciano fatica ad adeguarsi ai tempi.

In conclusione, possiamo affermare che non esistono lauree inutili, così come lauree che assicurano una carriera certa. Tuttavia, a rendere meno utili alcuni percorsi universitari sono le dinamiche dell’attuale mercato del lavoro, così come le esigenze di una società in continua evoluzione. Esistono dunque corsi inadatti all’attuale quadro economico e sociale, per i quali c’è poca richiesta o, peggio ancora, un mercato saturo e dalle grandi difficoltà d’accesso.

Questo è il motivo principale per cui molti giovani preferiscono sacrificare le proprie ambizioni per perseguire percorsi più redditizi, magari nel campo della Medicina o dell’Ingegneria. L’ideale sarebbe trovare il giusto equilibrio tra le proprie aspirazioni personali e le prospettive occupazionali offerte dal corso di laurea scelto.

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