L’Università Niccolò Cusano sta conducendo un’indagine sul tema lavoro e in particolare sulle figure professionali più ricercate all’interno delle aziende.

La prima delle grandi aziende consultate è MioDottore.

MioDottore permette di scegliere tra oltre 187.000 dottori e di prenotare online una visita specialistica.

Perché sempre più persone vi si affidano? Perché la prenotazione è semplicissima e inoltre si riceve via mail e sms un promemoria per non dimenticare l’appuntamento!

Leggi l’intervista a Luca Puccioni, CEO di MioDottore e scopri come questa azienda interpreta ed attua il processo di selezione e recruiting.

Intervista a Luca Puccioni – CEO di MioDottore

 Qual è la vostra filosofia aziendale e quali sono i tratti distintivi della vostra azienda?

Credo che il carattere distintivo della nostra azienda sia la meritocrazia, unita a una forte attenzione ai numeri e alla crescita. Come start-up abbiamo due necessità: in primis, per far fronte alla continua evoluzione della nostra struttura, abbiamo bisogno di manager. In questo senso, le opportunità di crescita che possiamo offrire ai nostri dipendenti sono senza dubbio invidiabili a qualsiasi multinazionale: basti pensare che soltanto nell’ultimo anno abbiamo promosso dodici persone tutte dell’interno. In secondo luogo, le persone rappresentano la chiave del nostro successo. Credo personalmente che per diventare una realtà di successo siano proprio le persone a fare la differenza. Siamo, per questo, molto selettivi durante il recruiting e adottiamo un approccio estremamente meritocratico.

In che modo la tecnologia sta trasformando il settore del recruiting?

Sicuramente la tecnologia sta cambiando tutti i mercati, recruiting compreso. Ciò nonostante, rimane sempre l’aspetto personale e umano: per fare recruiting bisogna incontrare le persone e credo che la tecnologia non riuscirà mai a cambiare questo aspetto che rimane centrale.
Per quanto riguarda, invece, la gestione dei colloqui, il follow up, l’organizzazione a tutto tondo di ciò che sta dietro all’attività di ricerca del personale (la raccolta e la condivisione dei feedback, il coordinamento tra più recruiter, l’aggiornamento dei requisiti delle persone che stiamo cercando, ecc.) credo che la tecnologia possa avere un grande impatto e favorisca un notevole efficientamento dei processi, accorciando i tempi rispetto al passato.

Come è strutturato il processo di selezione all’interno della vostra azienda? Quali sono gli step che si seguono?

Abbiamo un processo molto rigoroso perchè, come dicevo prima, crediamo che la chiave del successo non sia tanto il prodotto o l’idea che abbiamo avuto, ma le persone che animano la nostra azienda. Lo sono a tal punto che io, pur essendo l’Amministratore Delegato, sono sempre coinvolto in prima linea nell’ultimo step di selezione dei candidati, indipendentemente dalla posizione ricercata.

Il processo di recruiting prevede essenzialmente quattro step: in primo luogo, l’invio della candidatura, che chiediamo di corredare con la risposta ad alcune domande che riguardano l’ambizione, l’approccio allo stress, la capacità di lavorare sotto pressione e di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Successivamente un team di recruiter si occupa dello screening dei cv pervenuti e di contattare i candidati in possesso almeno dei requisiti minimi. Dopo un primo colloquio con i recruiter, se questo ha esito positivo, si fissa il colloquio di persona presso la nostra sede o con il manager sul territorio se parliamo della ricerca di figure sales fuori Roma. L’ultimo colloquio avviene con me e possiamo farlo di persona o utilizzando la tecnologia, a seconda di dove risiede il candidato.

Quale caratteristiche deve avere il candidato ideale per la vostra azienda?

In primis ambizione perchè si tratta di un’azienda che dà molto ma chiede anche molto.
Cerchiamo persone che abbiano voglia di mettersi in discussione, di crescere e costruire qualcosa di grande. Come MioDottore ci siamo posti l’obiettivo di rivoluzionare la sanità: una sfida ambiziosa, quindi.
Per questo motivo, devono essere ambiziose anche le persone che lavorano all’interno dell’azienda.
Devono, poi, conoscere la lingua inglese, soprattutto chi si occupa delle operation, perchè in questo ambito è forte il contatto con gli altri Paesi del gruppo. È importante anche un’esperienza pregressa in una posizione analoga a quella per la quale il candidato sta applicando. Completano il profilo altre due caratteristiche: il talento e la voglia di mettersi in discussione.

Cosa fa la differenza in sede di colloquio?

Tutto dipende dalla posizione. Solitamente, è fondamentale l’entusiasmo. Abbiamo una missione ambiziosa e vogliamo persone che sposino il progetto e siano entusiaste. Anche la motivazione che il candidato ci trasmette è importante. Inoltre, fa la differenza uno storico di successo e di achievement nelle posizioni precedenti. Vogliamo, infatti, persone che siano cresciute, siano andate all’estero, che si siano messe in discussione, che si siano dimostrate ambiziose e dinamiche.

Qual è l’errore che un candidato non deve mai fare durante un colloquio?

Siccome l’entusiasmo è per noi un criterio di valutazione fondamentale, un errore è far trasparire di non saper nulla del processo e far intendere che siamo una delle milioni di società per le quali il candidato ha fatto application. Inoltre, soprattutto negli step successivi al primo, non arrivare prepararti al colloquio su ciò che è il nostro servizio.

Negli ultimi anni quali sono state le posizioni in cui avete assunto di più e perché?

L’area sales è quella in cui abbiamo assunto di più: basti pensare che il 60% delle posizioni che abbiamo attualmente fa capo alle vendite. In questa fase di sviluppo della nostra start-up è, infatti, cruciale l’acquisizione di clienti, motivo che ci ha spinto finora a focalizzare il recruiting su figure che facessero capo a quest’area.

Quali sono i Corsi di Laurea che considerate più in linea con il vostro business e con le vostre esigenze?

Non guardiamo al corso laurea. Personalmente mi soffermo spesso sulla votazione ottenuta perchè secondo me questa può essere indice dell’ambizione di una persona e dalla tendenza a non accontentarsi di nulla che non sia il massimo. Si tratta per me di un elemento distintivo perchè permette di capire se le persone sono motivate.

Dia un consiglio ai giovani laureati in cerca di lavoro!

Entrate nelle start-up! Come trampolino di lancio non c’è nulla di meglio di una start-up, realtà che offre incredibili opportunità di crescita, formazione e apprendimento.
In una start-up non si è un numero, ma un ingranaggio fondamentale.
Personalmente ho lavorato sia in multinazionali sia in start-up e credo che un anno in una start-up equivalga a cinque in una multinazionale.