Sapere come scrivere la tesi di laurea è uno step fondamentale per tutti gli studenti vicini alla conclusione del percorso accademico. La tesi di laurea, infatti, è il passo finale che ti fa oltrepassare il grande traguardo. È un documento importante, un documento che parla di te, che racchiude il tuo percorso, i tuoi anni universitari, le tue vittorie, ma anche le tue sconfitte e risalite.

Per questo motivo, scriverla richiede tempo. Non puoi pensare di scrivere una tesi nel giro di un mese, perché dietro c’è un grande lavoro di ricerca e di stesura, che va fatto in diversi mesi. Ma la soddisfazione di avere, tra le mani, il tuo libro, il tuo capolavoro, non avrà prezzo, e ti ripagherà di tutti gli sforzi fatti. Ma come è strutturata una tesi? Da dove si inizia per poterla scriverla al meglio?

Scegliere l’argomento da trattare

Il primo passaggio, ancor prima di iniziare a scrivere, è l’individuazione dell’argomento fulcro della tesi stessa. Attorno a questa decisione ruota tutta la riuscita del tuo elaborato. Durante il tuo percorso universitario, potrai sviluppare le materie a te più affini.

Questo ti aiuterà, senza dubbio, nella scelta dell’argomento da sviluppare. Se dovessi essere in confusione, perché indecisa su più temi, parlane con i rispettivi docenti, e fai consigliarti da chi di esperienza ne ha da vendere. Sapranno, sicuramente, indirizzarti verso la strada giusta e più adatta a te.

L’argomento da scegliere, però, non deve solo guardare al percorso passato, ma anche a quello che verrà. Infatti, la tesi è un’ottima presentazione nel mondo del lavoro, e il tema trattato al suo interno può risultare utile.

Tesi compilativa o di ricerca?

Un’altra importante decisione da prendere fa riferimento alla tipologia di tesi da scrivere, ovvero se compilativa o di ricerca. Cosa cambia tra le due?

  • La tesi compilativa consiste in una rielaborazione di temi e concetti già scritti e affrontati da altri autori. Per scrivere questa tesi, dovrai attingere a molte fonti come libri e saggi, ma anche articoli scientifici. In altre parole, si tratta di una rilettura e di un sunto di temi già trattati, a cui puoi dare un tuo tocco in più. Questa tesi, detta anche teorica, è la più utilizzata nelle lauree di natura umanistica
  • La tesi di ricerca o sperimentale prevede, invece, un’analisi specifica portata avanti dallo studente stesso, proponendo un’analisi inedita relativa ad un tema. Come suggerisce il nome, la tesi prevede anche un’indagine scientifica, che può prevedere dei test, interviste, focus group, periodi di stage. Viene maggiormente utilizzata nelle lauree di tipo scientifico

Non esiste una scelta giusta e una sbagliata: tutto sta nel capire la tua idea di tesi, i tempi a disposizione e le tue ambizioni.

Scegliere un relatore disponibile ed attento

La scelta dell’argomento concerne anche la scelta del relatore, e del correlatore (ove richiesto). Ogni docente ha la propria materia, ed è responsabile di essa. Scegliendo un tema appartenente ad una determinata materia, sei consapevole di stare scegliendo, in modo sottinteso, anche quel determinato insegnante. Il relatore, però, deve essere una figura utile ai fini pratici, disponibile, ed incoraggiante. Ti seguirà passo dopo passo, dalle prime bozze, alla fase di sviluppo, fino alla presentazione dell’elaborato.

Ricerca del materiale e preparazione della scaletta

Una volta scelto l’argomento e il relatore che ti accompagnerà durante il tuo percorso, dovrai metterti al lavoro. Inizierai con la ricerca del materiale necessario per poter sviluppare il tema. Il tuo relatore potrebbe darti degli spunti, dei libri da leggere e studiare, e dai quali trarre spunto. Ma la maggior parte del lavoro spetta a te. Fai ricerche continue, vivi il tuo argomento con la sete di sapere, e scopri più cose possibili su di esso e in relazione ad esso. In questo momento, la confusione sarà tanta, e sicuramente farai difficoltà a capire da dove iniziare.

Un ottimo modo per creare la tua bibliografia e sitografia di base consiste nel leggere altri saggi relativi all’argomento scelto e osservare la bibliografia a cui hanno attinto altri autori prima di te. Questa può essere un ottimo punto di partenza per la tua tesi.

Man mano che procederai alla raccolta del materiale, le tue idee si faranno più chiare, e l’elaborato prenderà forma nella tua testa. Approfitta di questo, per prendere appunti, progettare uno schema su carta, riportare le tue idee sul foglio, per poi svilupparle.

Crea una scaletta della tesi di laurea, seguendo la solita linea che, dall’introduzione, porta alla conclusione, passando per i capitoli ed i punti salienti. Ricorda che la bibliografia e le note a piè di pagina sono tanto importanti quanto le altre parti della tua tesi. È importante citare le fonti alle quali ti sei affidato, e dalle quali hai preso spunto. Il tuo relatore sarà importante anche nella guida della struttura, e non solo del contenuto. Ognuno ha il suo metodo e il suo giudizio su come creare l’elaborato, dunque devi rispettare necessariamente le linee guida del tuo docente di riferimento.

La struttura della tesi

A prescindere da quale tema tu scelga, e da chi sia il tuo relatore, la tesi ha una struttura rigorosa da seguire:

  1. Frontespizio: pagina preliminare al testo, che riporta le informazioni relative all’università (logo dell’università, corso di laurea frequentato, anno accademico, titolo della tesi, materia della tesi, nome, cognome e matricola del candidato, e nome e cognome del relatore);
  2. Indice: elenca i titoli e il numero di inizio di ogni pagina che sancisce un nuovo capitolo, e chiarisce il contenuto e l’organizzazione dell’elaborato;
  3. Introduzione: è una sorta di primo capitolo nel quale viene fatta, appunto, un’introduzione di quello che sarà il tuo lavoro. Spiegherai perché hai scelto quel determinato argomento, da quali fonti hai preso le mosse, quali ipotesi illustrerai e che strumenti hai utilizzato per sviluppare le ricerche. L’introduzione, per fare un lavoro a regola d’arte, va scritta alla fine, contrariamente a quanto sia pensa, così da avere la giusta suddivisione in capitoli ed una visione complessiva più chiara;
  4. Capitoli, paragrafi, sottoparagrafi: dopo l’introduzione, inizia lo sviluppo del vero e proprio corpo del testo. In una tesi triennale, ad esempio, si è soliti suddividere l’elaborato in 2 o 3 capitoli, contenenti, a loro volta, paragrafi e sottoparagrafi. Tutto deve avere un filo logico, deve esserci coerenza tra un capitolo e l’altro, così da facilitare la lettura e l’ascolto da parte di chi assiste alla tua presentazione;
  5. Conclusione: dopo aver sviluppato ed illustrato al meglio l’argomento trattato, è il momento di dedicare un paio di pagine alla conclusione. Questa rappresenta un cerchio che si chiude. Mentre con l’introduzione ti eri limitato a spiegare perché avevi fatto determinate scelte, e quali strumenti avevano supportato le tue ricerche, nella conclusione potrai commentare i risultati di ricerca, suggerendo ulteriori approfondimenti da fare sulla questione;
  6. Bibliografia e sitografia: le ultime pagine della tua tesi sono riservate alle informazioni dalle quali tutto è nato, da quelle che sono state le tue fonti, i dati dai quali hai tratto ispirazione. La bibliografia e la sitografia sono parti fondamentali in una tesi, oltre che obbligatorie. Ordina i documenti consultati durante la stesura, e riportali in modo ordinato;
  7. Ringraziamenti: questa è una parte opzionale della tua tesi, non obbligatoria, ma che dà un tocco personale al tuo elaborato. Tutto ciò che scriverai in queste poche righe sarà personale ed intimo, sarà un modo per ringraziare chi ti è stato vicino in questo lungo percorso, chi ti ha supportato e sopportato. Potrai approfittare dell’occasione anche per ringraziare il tuo relatore, e i docenti che hanno fatto parte di questa piccola tappa di vita.

Lo stile della tesi

Un altro punto importante per scrivere e produrre una tesi come si deve è lo stile. Utilizza un solo font, per rendere il tutto più lineare ed ordinato. Chiaramente, questo font deve essere leggibile e decifrabile da tutti, quindi evita caratteri gotici o troppo creativi: l’ideale sono i font classici come il Times New Roman.

Scegli uno stile per i titoli dei capitoli, uno per quello dei paragrafi, e un altro per quello dei sottopragrafi, così da distinguere, già a prima vista, le parti differenti. Segui, inoltre, le regole della tua facoltà che determinano le misure dei margini da utilizzare, nella redazione della tesi, ai fini della rilegatura.

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Rileggi la tesi ultimata e passa alla stampa

Una volta terminato il lavoro, rileggilo attentamente, per cercare e correggere eventuali refusi o errori di sintassi. Fatti aiutare da un amico o un familiare, affidando il compito della rilettura anche a lui. Spesso, può capitare che si fa difficoltà a trovare errori in un proprio testo, perché il cervello legge in automatico, essendo esso stesso il creatore di quell’elaborato, ed è come se omettesse le piccole distrazioni che potrebbero esserci. Dopo esserti assicurato che il tuo testo non abbia errori, è il momento di stampare il frutto del tuo lavoro. Recati in una copisteria, e scegli la copertina che più rappresenta te stesso e il tuo elaborato.

Quando avrai la tua tesi in mano, ultimata, stampata, rilegata, sarà un’emozione indescrivibile, perché saprai che tutto è nato dai tuoi sforzi, dalle tue ricerche, dalle ore passate sui libri. Decine di schemi, appunti sparsi ovunque, mappe concettuali e bozze, si sono trasformate in un libro, il tuo libro. Una volta che il tutto sarà ultimato, prepara un bel discorso, e stupisci la commissione con la tua presentazione.

Ora non ti resta che metterti al lavoro e goderti questo incredibile traguardo.

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Credits Immagine: Getty Images / Sargis Zubov