Hai sentito parlare di laurea in discipline STEM e vuoi capire meglio di cosa si tratta? STEM sta per Science, Technology, Engineering e Mathematics. L’acronimo fa cioè riferimento a tutte le facoltà che appartengono all’ambito scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico. Se sei all’ultimo anno di superiori e stai valutando il tuo futuro universitario, devi assolutamente approfondire per capire se queste facoltà potrebbero essere il tuo sbocco ideale. 

Laurea in discipline STEM: quali sono? 

Il MIUR ha definito con esattezza quali sono le facoltà che si possono definire STEM. Qui sotto, trovi l’elenco completo: 

  • ARCHITETTURA E INGEGNERIA – tutte le classi di laurea a eccezione della laurea di primo livello in disegno industriale e della laurea di secondo livello in design 
  • AREA CHIMICO-FARMACEUTICA – tutte le classi di laurea a eccezione delle magistrali a ciclo unico in farmacia e in farmacia industriale
  • STATISTICA  – sono considerate lauree in discipline STEM quella triennale in statistica e quella magistrale in scienze statistiche attuariali e finanziarie e scienze statistiche, appartenenti al gruppo economico-statistico
  • AREA GEO-BIOLOGICA – tutte le classi di laurea a eccezione della magistrale in biotecnologie agrarie
  • AMBITO SCIENTIFICO – tutte le classi di laurea tranne la magistrale in Metodologie informatiche per le discipline umanistiche
  • NUTRIZIONE UMANA – laurea magistrale afferente all’area di studi medici  
  • DIAGNOSTICA PER LA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI – classi di laurea triennale

Sono considerate facoltà STEM anche una serie di magistrali del gruppo letterario. Si tratta dei corsi specialistici elencati qui sotto:

  • conservazione dei beni architettonici e ambientali
  • scienze per la conservazione dei beni culturali
  • conservazione e restauro dei beni culturali (ciclo unico)

Facoltà STEM: breve elenco

Vuoi capire con esattezza di quali facoltà parliamo quando utilizziamo l’acronimo STEM? Qui sotto, trovi un piccolo elenco

  • fisica 
  • chimica
  • biotecnologie
  • statistica
  • scienze matematiche
  • architettura del paesaggio
  • biologia
  • biotecnologie agrarie (triennale)
  • scienze e tecnologie alimentari 
  • ingegneria civile
  • scienze e tecnologie chimiche
  • chimica industriale
  • scienze geologiche applicate
  • biotecnologie industriali
  • ingegneria elettronica 
  • scienze e tecnologie farmaceutiche 
  • ingegneria biomedica
  • matematica
  • ingegneria delle telecomunicazioni
  • biotecnologie mediche
  • ingegneria edile
  • chimica dell’ambiente
  • ingegneria meccanica 
  • biologia dell’ambiente
  • ingegneria navale 
  • chimica clinica, forense e dello sport

Laurea STEM: perché sceglierla?

La prima ragione a guidare nella scelta di una facoltà universitaria dovrebbe essere sempre la propensione per quella specifica disciplina. Se non hai alcun talento per il disegno, sarebbe decisamente difficile portare a conclusione un percorso di studi in architettura. Se non ti piacciono i numeri, per esempio, la facoltà di statistica sarebbe da escludere a priori. La prima cosa da fare quindi è un’analisi sincera delle proprie capacità e dei propri talenti. 

Una volta ristretta la rosa a un certo numero di opzioni (meglio averne a disposizione almeno 3/4), puoi passare a valutare aspetti più razionali e pratici, come gli eventuali sbocchi occupazionali. 

Le opportunità di lavoro, infatti, sono un’ottima ragione per scegliere il percorso STEM. Secondo un’indagine del consorzio universitario Almalaurea, i laureati STEM trovano più facilmente lavoro rispetto a quelli non STEM. I laureati del 2012, per esempio, intervistati a cinque anni di distanza dal conseguimento del titolo, hanno trovato lavoro nell’89,3% dei casi. Si tratta di una percentuale superiore del 4% rispetto a quella dei laureati non STEM.

Tassi occupazionali distinti per facoltà

Ovviamente, non tutte le lauree in discipline STEM presentano lo stesso tasso occupazionale. Ci sono, infatti, delle differenze tra corso e corso. Per darti un’idea più precisa e aiutarti nella scelta della facoltà ti proponiamo qualche dato distinto per ambiti di studio: 

  • 94,8% trova lavoro a 5 anni dalla laurea nelle discipline economico-statistiche
  • 94,6% trova lavoro a 5 anni dalla laurea nelle discipline ingegneristiche
  • 78,5% trova lavoro a 5 anni dalla laurea nelle discipline geo-biologiche

In realtà, la scelta della facoltà non dovrebbe passare solo dalla verifica del tasso occupazionale. È importante capire anche quale tipo di contratto firmano i laureati STEM. Ecco a te, i dati: 

  • 20,4% sceglie la professione autonoma. La percentuale sale nel caso dei laureati in architettura. Sono liberi professionisti, infatti, il 50,3% dei laureati
  • 55,6% firmano contratti a tempo indeterminato. La percentuale è buona, anche perché solo il 46,4% dei laureati non STEM può vantare un contratto a tempo indeterminato

Laurea in discipline STEM: quanto si guadagna?

Se si parla di lavoro, non si può evitare l’argomento retribuzione. Secondo le statistiche, un laureato in discipline tecnico-scientifiche percepisce un stipendio mensile netto pari a circa 1571 euro.

Questo dato è molto interessante, soprattutto perché rivela una certa differenza con i laureati non STEM. Questi ultimi, infatti, percepiscono circa 1350 euro mensili. I laureati STEM guadagnano cioè il 16,4% in più rispetto a quelli non STEM. 

Discipline STEM e professioni del futuro

Il mondo del lavoro è in costante evoluzione. Le professioni del futuro hanno molto a che vedere con il settore tecnico-scientifico. Le posizioni emergenti includono il settore della cyber security, dei big data, dell’internet delle cose e dell’intelligenza artificiale. Questo significa che i laureati in discipline STEM saranno sempre più richiesti. 

Per questo motivo devi fare la tua scelta universitaria guardando al futuro. Per trovare lavoro nei settori citati sopra, per esempio, dovresti prediligere l’area ingegneristica, da quella tradizionale a quelle più recenti come ingegneria gestionale, ingegneria chimica e dei materiali, ingegneria elettronica e informatica e così via. 

Uno dei settori considerato in forte crescita nei prossimi anni è quello delle energie rinnovabili. Se hai una passione per l’ambiente e ti piacerebbe trasformarla in un lavoro, allora potresti iscriverti a ingegneria civile e ambientale. 

Soddisfazione degli studenti STEM

Non sei ancora convinto e non sai se optare per una laurea in discipline STEM? Potrebbe esserti d’aiuto scoprire quanto gli ex studenti sono soddisfatti della scelta di questo percorso. Almalaurea, infatti, ha condotto un’indagine per capirlo e ha rilevato che il 71,9% dei laureati si iscriverebbe di nuovo alla propria facoltà STEM. Persino in questo caso si tratta di una percentuale più positiva rispetto a quella registrata dalle facoltà non STEM. In questo secondo caso, infatti, il 68,1% sceglierebbe di nuovo il proprio corso non STEM. 

Certo queste facoltà non presentano solo vantaggi. Risultano, infatti, leggermente più complesse, dato che si desume dagli anni che impiegano gli studenti per conseguire il titolo. Il voto di laurea tra STEM e non STEM è quasi identico, ma la percentuale di studenti in corso è del 44,1% contro il 54,2% di quelli delle lauree non STEM. 

Insomma, questo significa che dovrai rimboccarti le maniche e studiare parecchio per tagliare il traguardo della laurea. I dati occupazionali, però, ti conforteranno durante il percorso. Saprai cioè che hai ottime chance di trovare un lavoro stabile una volta uscito dall’università. 

STEM laurea: bassa la percentuale di donne

Infine, segnaliamo una piccola anomalia. Alla fine delle scuole superiori le ragazze non si iscrivono facilmente alle discipline STEM. Come mai? Probabilmente  il numero basso di studentesse STEM è frutto di un retaggio culturale che vede le donne ancora poco impiegate nei campi scientifici o comunque impiegate meno rispetto agli uomini. I laureati di sesso maschile, infatti, sono il 59% del totale, con punte più alte in campo ingegneristico dove raggiungono il 74% dei laureati. 

Eppure le donne si portano a casa risultati più brillanti, sempre stando alle statistiche. Sembra, infatti, che riescano a laurearsi con una media del 103,6.  Gli uomini, invece, ottengono in media un voto finale pari a 101,6. Non solo, sono anche più regolari e costanti nello studio. Il 46,1% delle studentesse conquista il titolo di laurea senza andare fuori corso contro il 42,7% degli studenti maschi. 

 

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