Vuoi capire come diventare commercialista per fare tutti i passi giusti e non perdere tempo? Che tu voglia diventare commercialista a 30 anni, oppure stai pensando a questo percorso dopo aver svolto altri lavori (non è impossibile diventare commercialista a 40 anni!), qui di seguito trovi il percorso con gli step indispensabili per lavorare come commercialista, dagli studi universitari al tirocinio fino all’esame di Stato per l’iscrizione all’albo. Allora, cerca di concentrarti e preparati a prendere appunti: buona lettura!
Che laurea serve per fare il commercialista
Iniziamo la nostra guida su come diventare commercialista partendo dagli studi. A quale corso iscriversi? Devi essere in possesso di un titolo magistrale in una delle classi di laurea qui sotto:
- Scienze dell’Economia – Classe LM-56
- Scienze Economico-aziendali – Classe LM-77
Si tratta di corsi con piani di studi che ti consentono di approfondire materie indispensabili per lavorare come commercialista, tra cui:
- ragioneria generale e applicata
- statistica economica e finanziaria
- revisione aziendale
- diritto commerciale
Una volta conseguita la laurea in economia, il passo successivo è impegnarsi in un tirocinio della durata di 18 mesi. Prima del 1 gennaio del 2008, potevano iscriversi al praticantato anche gli studenti in possesso dalla laurea in giurisprudenza o in scienze politiche. Oggi, non è più possibile.
Come diventare commercialista: il tirocinio post laurea
Il tirocinio va svolto nello studio di un commercialista iscritto all’albo professionale da almeno 5 anni.
Prima di iniziare il praticantato, però, devi recarti presso una sede dell’Ordine dei commercialisti e iscriverti al registro dei tirocinanti alla sezione A – Tirocinanti Dottori Commercialisti. Durante il tirocinio avrai modo di capire i vari aspetti del lavoro e del codice deontologico della professione. Periodicamente, tra l’altro, hai l’obbligo di consegna del libretto da tirocinante con l’indicazione delle tematiche affrontate durante il praticantato.
Praticantato per commercialista all’estero e durante la magistrale
È possibile svolgere parte del tirocinio (per un periodo di 6 mesi) anche durante i due anni della magistrale. Ovviamente, prima di percorrere questa strada bisogna pensarci con calma. Dovresti cioè porti domande come: mi conviene far coincidere università e tirocinio? Il praticantato, infatti, è impegnativo e potrebbe rallentare il tuo percorso di studi. Insomma, prima di fare questa scelta devi valutarla con attenzione.
Vuoi fare un’esperienza all’estero? Puoi svolgere parte del tirocinio in una nazione straniera per un periodo non superiore a 6 mesi. Dovrai scegliere, però, un professionista abilitato o iscritto a un organismo riconosciuto come:
- COECM – Conseil de l’Ordre des Experts Comptables de Monaco
- The Japanese Institute of Certified Public Accountants (Giappone)
- The Institute of Chartered Accountants in Ireland (Irlanda)
- Institut der Wirtschaftsprüfer in Deutschland e.V. (Germania)
- Ordre des Experts Comptables (Francia)
- Instituto de Auditores-Censores Jurados de Cuentas de España (I.A.C.J.C.E. – Spagna)
Come si diventa commercialista: l’esame di Stato
Una volta terminato il tirocinio, ti trovi di fronte allo step più importante, vale a dire l’esame di Stato costituito da tre prove scritte e una prova orale.
Le prime due prove scritte vertono su materie indispensabili per il lavoro, come contabilità, revisione aziendale, diritto commerciale e tributario e diritto privato. La terza prova scritta, invece, è un’esercitazione. Cosa significa? Dovrai redigere degli atti relativi al contenzioso tributario.
Infine, il colloquio orale consiste in un esame sulle materie delle prove scritte. Può essere previsto anche un approfondimento su materie come legislazione e deontologia professionale.
Esonero dalla prima prova scritta esame commercialista
Sono esonerati dal sostenere la prima prova scritta:
- iscritti all’albo professionale alla sezione B
- laureati magistrali con laurea di primo livello afferente alla classe L-18 o L-33
- laurea magistrale CLELI (Economia e legislazione per l’impresa) o AFC (Amministrazione, Finanza aziendale e controllo)
- studenti che nel corso del biennio o del triennio hanno ottenuto un certo numero minimo di crediti in un determinato ambito di studi come diritto tributario, diritto commerciale, finanza aziendale, economia e gestione delle imprese
Per poter usufruire dell’esonero è necessario allegare alla domanda di iscrizione all’esame tutta la documentazione con i requisiti elencati sopra. Sarà l’università in cui hai deciso di svolgere l’esame a verificare tutto per stabilire se puoi o meno essere esonerato dalla prima prova scritta.
Cosa studiare per l’esame da commercialista
A questo punto della nostra guida su come diventare commercialista ti forniamo qualche indicazione utile sull’esame di Stato. Continua la lettura e troverai un piccolo elenco delle materie da studiare per sostenere le singole prove:
- Prima prova scritta: ragioneria generale e applicata, revisione aziendale, tecnica industriale e commerciale, tecnica bancaria, tecnica professionale e finanza aziendale
- Seconda prova scritta: diritto privato, diritto commerciale, diritto fallimentare, diritto tributario, diritto del lavoro e della previdenza sociale, diritto processuale e civile
- Terza prova scritta: esercitazioni pratiche sulle materie della prima prova
- Colloquio orale: materie oggetto delle prove scritte, informatica, sistemi informativi, economia, politica economica, matematica e statistica, legislazione e deontologia professionale
Iscrizione all’albo e apertura della partita IVA
Una volta superato l’esame di Stato, puoi iscriverti all’albo professionale alla sezione A. Contestualmente all’iscrizione apri anche una partita IVA per cominciare a lavorare, scegliendo il relativo codice Ateco, vale a dire il 692011 – servizi forniti da dottori commercialisti.
In quanto commercialista sei anche tenuto a rispettare il Codice Deontologico del CNDCEC (Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili). Si tratta di una serie di indicazioni che servono a mantenere il comportamento dei professionisti entro dei precisi confini di rispettabilità e onorabilità.
Per completare la procedura ti iscrivi alla cassa previdenziale dell’ordine dei commercialisti. Il nome preciso dell’organismo è Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Dottori Commercialisti (CNPADC).
Come diventare esperto contabile
L’iter per diventare commercialista differisce da quello per lavorare come esperto contabile. Per questa seconda professione, infatti, bisogna conseguire la laurea triennale delle classi L-18 (Scienze dell’economia e della gestione aziendale) o L-33 (Scienze economiche). Una volta ottenuta la laurea, è obbligatorio un tirocinio di 18 mesi presso un commercialista o un esperto contabile iscritti all’albo da almeno 5 anni. Come per gli aspiranti commercialisti, è possibile svolgere 6 mesi di tirocinio già durante il percorso di studio.
Una volta concluso il praticantato, si accede all’esame di Stato per l’iscrizione alla sezione B dell’albo professionale. L’esame prevede:
- prima prova scritta incentrata sui principi della contabilità
- seconda prova scritta a carattere giuridico, matematico-statistico, finanziario ed economico
- esercitazione sulle materie della prima prova scritta
- colloquio orale sulle materie delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche riguardanti le attività del tirocinio e la legislazione e deontologia professionale
Guadagni e obbligo della formazione continua per i commercialisti
Prima di lasciarti fare le tue riflessioni sul percorso necessario per fare questo lavoro vogliamo darti un paio di informazioni pratiche. La guida su come diventare commercialista non può concludersi solo con l’esame di Stato e l’iscrizione all’albo.
I commercialisti, infatti, sono tenuti alla formazione continua e all’aggiornamento professionale costante. Devono cioè acquisire 90 crediti verificabili nell’arco di ciascun triennio di attività, con un minimo di 20 crediti all’anno. Almeno 3 crediti all’anno, tra l’altro, devono essere ottenuti in materie come ordinamento, deontologia, tariffe e organizzazione dello studio professionale. La formazione, inoltre, si può svolgere sia in maniera tradizionale (in aula e in presenza) che nella comoda modalità e-learning.
Passiamo ora ai guadagni. Un libero professionista può arrivare a ottenere ottimi introiti. All’inizio dell’avvio dell’attività si parla di una sorta di stipendio medio che si aggira sui 1500 euro mensili. Con il passare del tempo, con l’acquisizione di nuovi clienti e di una maggiore esperienza, però, gli introiti mensili possono arrivare e superare i 6000 euro al mese. È chiaro che vanno calcolate anche tutte le spese di mantenimento dello studio, con eventuali dipendenti da pagare. Si tratta, in ogni caso, di una professione molto soddisfacente dal punto di vista retributivo.
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